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Fatturazione Elettronica in Europa: come essere a norma

Fatturazione Elettronica in Europa: come essere a norma

L’Italia è stato il Paese pioniere in Europa nella fatturazione elettronica, come affrontare oggi il percorso di digitalizzazione che si sta compiendo? Ecco qualche suggerimento

Un processo di fatturazione elettronica in Europa, uniforme e standardizzato, è ancora un obiettivo da raggiungere. Attualmente, le aziende che intrattengono rapporti commerciali con l’estero devono conformarsi a diverse regolamentazioni. Tuttavia, nel 2024, un cambiamento significativo ha dato speranza per l’introduzione futura di una procedura obbligatoria uniforme: grazie alla revisione del regolamento IVA “VAT in the Digital Age”, è ora più semplice per gli Stati membri imporre la fatturazione digitale. Non è più necessario, come accaduto per l’Italia, che è stata la prima in Europa a introdurre la fatturazione elettronica obbligatoria, richiedere un’autorizzazione preventiva all’UE.

Il panorama dovrebbe definitivamente cambiare nel 2028 (o più verosimilmente nel 2030 o ancora più in là) quando l’e-invoicing sarà il sistema ordinario di fatturazione.


Fatturazione elettronica in Europa, il quadro normativo

La fatturazione elettronica in Europa è trattata in più regolamenti in quanto è materia direttamente collegata al concetto di Mercato Unico Digitale. Con quest’ultimo, il legislatore comunitario intende quella trasformazione tecnologica necessaria al fine di proteggere i suoi cittadini, da un lato, e dall’altro di creare un ambiente che sfrutti tutte le opportunità del digitale in sicurezza e con fiducia.

Con la direttiva 2010/45/UE si è cominciato a parlare di fatturazione senza più vincolare all’uso di carta o di formati elettronici, mentre con la 2014/55 è stato presentato il concetto di fatturazione elettronica UE e sono stati introdotti riferimenti ad alcuni standard.

Nel 2022, il pacchetto di raccomandazione battezzato ViDA- VAT in the Digital Age è stato redatto per, come si intuisce dal nome, favorire la digitalizzazione del sistema fiscale. Obiettivi della proposta sono, in riferimento alle fatture digitali: combattere le evasioni fiscali ed estendere l’obbligatorietà di un formato elettronico. ViDA ,a oggi, sta compiendo il proprio iter per diventare legge incontrando, tra l’altro, alcune difficoltà nell’arrivare a un accordo tra tutti i Paesi. In ogni caso, dall’iniziativa ViDA ci si aspetta l’introduzione di requisiti comuni standardizzati di rendicontazione digitale di fatturazione elettronica per le transazioni in Europa.

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Dove è obbligatoria la fatturazione elettronica in Europa oggi

Come già accennato, l’Italia è stata la prima nel continente ad avere fissato una imposizione generalizzata di fatturazione elettronica.

Gli altri Paesi, ora liberi di adottare o meno il processo digitalizzato, si stanno muovendo: la Romania proprio da quest’anno ha determinato l’obbligo. Il Belgio lo prevede per l’inizio del 2026.

La Francia è in fase di avvio con un progetto pilota. Ugualmente si impegneranno sul tema fatturazione in questi mesi Finlandia, Danimarca e Spagna, mentre la Croazia si attiverà l’anno prossimo. La Germania partirà con le fatture digitali tra il 2027 e il 2028.


Cosa fare per prepararsi alla fatturazione elettronica in Europa

Le aziende italiane, già attrezzate da anni per adempiere all’obbligo di fatturazione elettronica generalizzato, non devono far altro che continuare a puntare sulla propria tecnologia. Tecnologia che, in vista della possibilità di veder variare alcuni requisiti, deve risultare sufficientemente flessibile per adattarsi alle novità.

Piattaforme evolute consentiranno di gestire la compliance alle nuove normative, per esempio, in ottica di formato (molto probabilmente XML UBL) e di modello di interoperabilità (ovvero per quanto concerne le procedure di comunicazione da una parte alle autorità e, dall’altra, ai propri fornitorii e clienti).

Fondamentale sarà l’abilitazione dello strumento internazionale di gestione PEPPOL (Pan-European Public Procurement On Line) nato proprio come progetto della CE per la digitalizzazione dei processi di e-procurement. PEPPOL detta le specifiche già utilizzate nel nostro Paese per la gestione degli ordini elettronici mediante NSO – Nodo Smistamento ordini. Più nel particolare, in tale contesto BIS (Business Interoperability Specifications,i requisiti tecnici di interoperabilità aziendale) sono stati delineati per standardizzare i vari documenti elettronici che possono essere scambiati e validati mediante una rete sicura, sfruttando access point certificati, per intrattenere relazioni commerciali transfrontaliere.

Tanto più la soluzione di gestione documentale è tecnologicamente all’avanguardia, quanto più il cambiamento normativo risulterà trasparente agli utenti che, una volta preconfigurato il sistema per renderlo compliance, continueranno a lavorare come erano abituati.

Partner tecnologici esperti in quest’ambito faciliteranno la transizione garantendo un supporto consulenziale (sia applicativo sia legislativo) completo per rivedere il processo fornendo soluzioni che non stravolgano l’operatività e si integrino perfettamente con i sistemi esistenti. Tutto questo per salvaguardare lo svolgimento del business e non far perdere alle aziende italiane il vantaggio acquisito rispetto a tutte quelle degli altri stati che non hanno potuto abituarsi alla fatturazione elettronica in questi anni.

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